mercoledì 14 marzo 2012

Lago Monterosi: strage di animali


Dura contestazione dell’Enpa contro i lavori in corso presso il Lago di Monterosi (Viterbo), che stanno compromettendo la sopravvivenza della fauna selvatica - stanziale e migratoria - e stanno distruggendo un habitat fondamentale per la tutela della biodiversità. «Il Lago di Monterosi è un Sito di Importanza Comunitaria (Sic); ciò significa che il suo valore sotto il profilo naturalistico è riconosciuto, e tutelato, a livello europeo. Ciononostante i lavori proseguono, con grave danno per la fauna selvatica, anche ittica – letteralmente decimata - e per un ecosistema protetto che rischia di andare perduto», spiega la Protezione Animali. «Proprio per questo eventuali interventi all’interno dei Siti di Importanza Comunitaria, e delle Zone di Protezione Speciale (Zps), dove sono in vigore particolari restrizioni – prosegue l’Enpa -, devono essere preceduti da una Valutazione di Impatto Ambientale. Al momento stiamo cercando di chiarire se tale documento propedeutico esista o meno». La normativa del resto parla chiaro. Infatti, se da un lato la legge 296/2006 individua i criteri minimi uniformi di conservazione per Sic e Zps, dall’altro la 157/92 sulla tutela della fauna selvatica (che recepisce la direttiva europea “Uccelli” 2009/147/CE) prevede espressamente il divieto di distruggere
o danneggiare i nidi dell’avifauna e ne tutela la fase di migrazione pre nuziale e riproduzione. A Monterosi, invece, sta accadendo l’esatto contrario. «Abbiamo raccolto prove documentali e fotografiche che testimoniano il massacro di animali operato dai mezzi meccanici al lavoro nei pressi del lago – aggiunge la Protezione Animali -. Alle autorità abbiamo chiesto di intervenire con urgenza per fermare la strage e la devastazione della biodiversità; se ciò non dovesse accadere, invieremo un accurato dossier all’Unione Europea, la quale ha più volte condannato il nostro Paese proprio per gli illeciti ambientali compiuti e per lo scarso rispetto delle direttive a difesa dell’avifauna. Se non si fermeranno subito questi lavori, ci riserveremo di chiamare in causa i responsabili per il grave danno ambientale che potrebbe decretare la fine di un ecosistema così importante per la comunità e per l’ambiente.» 

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